UNA ECCEZIONALE VISITA AL SOTTOMARINO TODARO.
il crest del sottomarino Todaro |
nave Andrea Doria |
Chi mi conosce sa che soffro di Vespuccite (e in forma acuta!), perciò, per non smentirmi, devo iniziare a parlarti della mia esclusiva visita del sottomarino Todaro con la prima cosa bella che mi è successa a La Spezia; quando si dice: “Chi ben incomincia …”.
E’ doverosa però una breve premessa. Considerata la distanza da casa, ho approfittato dell’occasione dell’appuntamento ai cantieri navali del Muggiano per fare una gita di due giorni a La Spezia con una mia amica.
Nel scegliere l’hotel dove pernottare non mi ero preoccupata che fosse nei pressi dell’Arsenale Militare Marittimo, perché avevo immaginato, per fortuna sbagliando, che il Vespucci fosse quasi pronto per salpare, e quindi che fosse ormeggiato lontano dal centro città. In più, invece di andare nell’albergo dal quale avevo avuto la fortuna, nel 2000, di vedere dalla mia finestra gli alberi del Vespucci ergersi oltre le mura dell’Arsenale, fortuitamente ho optato per un altro hotel. L’ho scelto per un semplice discorso economico e per comodità. Di conseguenza è stata un’enorme e gradita sorpresa scoprire che, dalla stanza del mio hotel, potevo vedere la bella Regina dei Mari. Tra le enormi piante verdi, intravedevo gli alberi e i pennoni del “mio” Vespucci.
La cosa curiosa è anche che, senza averlo chiesto, ci era stata assegnata una stanza con piccolo terrazzo e vista parziale dell’Arsenale (e solo della parte più interessante!). Non aggiungo altro!
Il mattino successivo presso la Fincantieri si è verificata un’altra cosa inaspettata.
Dal punto designato per il ritrovo, a parte godere della rilassante vista dell’immenso mare azzurro del Golfo, in una giornata di splendido sole, ho potuto assistere all’arrivo, in lontananza, di una nave della nuova Classe Orizzonte. E’ una di quelle navi che avevo solo visto in foto, e che, con tutti quegli spigoli, mi sembra un “origami”.
Ho scoperto in seguito che si trattava del Doria che rientrava, proprio quel giorno, dalla Campagna Navale svolta all’estero ed iniziata a gennaio. E’ stata veramente una bella visione seguirlo con lo sguardo mentre avanzava lentamente e silenziosamente.
Una volta entrati in Fincantieri, uno dei responsabili ci ha raccontato ed illustrato la storia di questo importante e storico cantiere navale e ci ha spiegato inoltre come avviene la costruzione di un sommergibile. Spettacolare è stato il filmato girato sottacqua al sottomarino Todaro, in cui appare proprio come fosse un grande cetaceo.
La parte più emozionante e particolare è stata però quella della nostra visita a questo sottomarino di recente costruzione. Ti confesso che con la mia “indifferenza” per i sommergibili, e per i sottomarini, mai avrei pensato di reagire così.
Già la sola visione esterna d’insieme di questo battello, fuori dall’acqua, in cui si mostra in tutta la sua imponenza, è stata impressionante. E’ solo il secondo sottomarino che vedo dal vero, il primo è stato il Dandolo a Venezia. Ma quest’ultimo, pur essendo grande, è piccolo al suo confronto!
Sarà che il Todaro è vivo, è in attività ed è giovane, si sa, si vede e si sente che vive, mentre il Dandolo è ormai in “pensione”, ma è stato uno spettacolo già solo così.
Mentre salivo sui ponteggi allestiti per la manutenzione, nel vedere quell’immenso hangar, quella altezza stupefacente, e soprattutto quel colossale battello (circa 60 metri di lunghezza con un diametro di 7 metri) al mio fianco, mi rendevo conto, sempre di più, che tutto ciò era molto esclusivo!
Arrivata in cima, appena ho messo piede sulla sua “schiena” è stato ancora più emozionante. Toccare con i miei piedi il dorso del Todaro, guardarmi intorno, accorgermi di essere nei pressi della sua vela, rendermi conto di essere lì proprio come gli uomini della Marina Militare che si vedono nelle foto, è stato impressionante!
Qui ho dovuto soffermarmi un attimo e cercare di tranquillizzarmi; è impossibile restare insensibili. Sembra di stare sul dorso di una mastodontica balena. Che emozione essere lì e poter ammirare tutto questo e vedere lì a pochi passi quel boccaporto aperto. Che sensazione rendersi conto di dover entrare come un sommergibilista e non come un turista, come succede invece con il Dandolo a Venezia, che è stato predisposto per le visite dei civili ed ha due normali (per lui anormali) aperture laterali. Che panico realizzare che ero lì, e rendermi conto che il dubbio di farcela nel procedere era molto fondato!, soprattutto dopo che il Comandante in Seconda ci ha spiegato attentamente come fare ad imbarcarci. Quando mi sono resa conto delle acrobazie che avrei dovuto fare per scendere attraverso quell’apertura, vedere quella mini scaletta impressionante, pensare di entrare in un sommergibile reale e vivo … attimi di panico!
Ho guardato la mia amica e … aveva uno sguardo un po’ preoccupato. Ci siamo dette: “Cosa facciamo? Entriamo? Ce la faremo?” Qualche istante di esitazione e poi … “Assolutamente sì, non possiamo abbandonare adesso!”. E così ci siamo fatte coraggio e abbiamo iniziato la “acrobatica” (soprattutto per me) discesa. Sono stata l’ultima ad entrare; il coraggio ci ha messo un attimino ad arrivare, e, con tutti quei pensieri che vorticavano in testa, mi sono fatta sorpassare dagli aitanti e curiosi amici di Betasom (il gruppo che ha organizzato questa speciale visita).
Appena ho finalmente toccato terra (tra i timori, soprattutto del Comandante in Seconda, per la mia incerta discesa) qualcuno del gruppo, per sciogliere la tensione, scherzosamente ha detto: “Eh! E’ abituata con il Vespucci”.
E’ stato fantastico vedere l’interno, quella infinità di tubi, cavi, bulloni, ecc., come mi aspettavo più o meno di trovare, oltre alla piccola sala comando, la postazione del timoniere, gli spazi riservati ai due periscopi (smontati a causa dei lavori di manutenzione), il quadrato ufficiali, le piccole e stipate cuccette, la ristretta cucina, i tubi lanciasiluri, insomma tutte queste particolarità dei sommergibili e questi spazi veramente addensati. Ad un certo punto, guardandomi intorno per cercare di capire, di imparare, di conoscere, mi è venuto spontaneo alzare un braccio. Mi sono, così, resa conto che con la mano, io che sono di statura media, riuscivo a toccare tranquillamente il soffitto. Le percezioni che sono seguite a questo semplice gesto, unitamente alle parole del Comandante che ci faceva da guida, mi hanno portata ad immergermi, senza alcuna fatica in questo (per me) nuovo mondo.
Di questo mi stupisco ancora adesso, proprio perché non sono mai stata amante dei sommergibili, però, in quel momento, ho provato emozioni e sensazioni che mai avrei immaginato. Grazie alle innumerevoli domande fatte dal gruppo, e soprattutto alle risposte e spiegazioni dell’ottimo e disponibile “Ufficiale cicerone”, i miei pensieri sono stati colpiti da tutti questi … ping … ping … ping … tanti segnali – notizie e per un attimo sono riuscita ad immedesimarmi senza fatica nel coraggioso equipaggio. Adesso capisco ancora di più perché si dice che i sommergibilisti sono persone particolari! Bisogna proprio essere portati per una professione ed un imbarco simile!
A seguito di questa fantastica esperienza, caro Ezio, posso confermarti che il Vespucci è, e penso lo sarà sempre, la mia nave preferita. E' interessante imparare e conoscere altre cose; mi piace capire, vedere realtà nuove e diverse; è bello e utile non fossilizzarsi su una cosa sola, ma dopo questa splendida giornata ho la certezza che comunque il Vespucci è per me enormemente più affascinante (e non parlo solo di un fatto estetico!). Sono convinta che va rispettata ogni differente passione che ciascuno di noi ha; si deve anche però seguire e procedere lungo la rotta appropriata, e la mia, ne sono certa, non è quella dei sommergibili!
(aprile 2010)
Questo testo l'ho scritto principalmente per la pubblicazione nel sito di Ezio, pertanto troverai vari riferimenti specifici per www.lavocedelmarinaio.com
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